Centro Bimbi e Famiglie

 

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Il Centro Bimbi e Famiglie

non è solo un luogo, non è solo un progetto, non è una cosa che si può prendere e spostare da una parte all’altra, o chiudere in tre mesi senza una ragione.

Il Centro Bimbi e Famiglie

sono persone, sono volti, sono vite, sono storie ed è anche di queste che si decide.

È la storia di Ida

, che ogni mattina, da cinque anni, con la pioggia, con la neve o col sole, alle 7.30 del mattino, apre la porta e accoglie, instancabile fino al pomeriggio, piccoli, genitori, nonni e passanti. Ti accoglie col suo sorriso umile, ti ascolta e non ti lascia andare via senza averti offerto un caffè o un tè caldo.

È la storia di Daniela

, catapultata nella realtà del Centro per sostituire una giovane educatrice malata di cancro. Da quel giorno, non ci ha più lasciate. Lei è l’anima diplomatica del Centro, quella che non perde mai la calma, quella che quando è stanca ti abbraccia e tu credi di consolarla, mentre è ancora lei che sostiene te.

È la storia di Elisa

, che arriva sorridente ogni venerdì incastrando le lezioni di danza alle piccole tra il tirocinio, lo studio, il gruppo e la sua vita di giovane donna. Appena varca la porta, tante piccole ballerine rosa le corrono incontro e lei le accoglie tutte: quelle che piangono, quelle che “non sono capace”, quelle che “sono brutta”, quelle che “oggi ho male alla pancia” e insegna loro la bellezza dello stare insieme e di posare i loro sguardi su quanto di bello e speciale ognuna ha e non sui propri limiti.

È la storia di Filippo

, alleducatore formato alla PGS (Polisportiva Giovanile Salesiana), giovane papà e OSS al Cottolengo. Ogni martedì indossa il kimono e diventa maestro di rispetto, di gioco, di divertimento, di crescita, di solidarietà attraverso le arti marziali.

È la storia di Erika

, una ragazza grande e forte, dalla simpatia contagiosa. La puoi trovare mentre prova i passi di hip hop coi bambini, ma anche in un angolo a fare cartelloni. Ti può chiamare la sera tardi perché “ha un’idea per un’attività” o perché si è dimenticata di chiederti “perché oggi Luigi non c’era a lezione?”.

È la storia di Paola.

Musicista diplomata al conservatorio, una che passa dal suonare la tastiera, la chitarra, il flauto traverso o il violino con la naturalezza di chi ha dedicato una vita allo studio e alla sua passione. E quella passione la passa ai bambini, senza mai perdersi d’animo, senza mai scartare nessuno, con in tasca il sogno di vedere il “suo” coro di bimbi e in mano il biglietto del treno per il prossimo concerto.

È la storia di Ornella.

Dapprima mamma che frequentava il Centro e poi collaboratrice, dopo aver scoperto che, in fondo, al Centro Bimbi e Famiglie c’è posto per tutti. Puoi coinvolgerla in una lettura animata o in un ballo di gruppo, corre a sostituire in un corso o si siede a trovare soluzioni tra un caffè e una tisana, se non ha la chitarra in mano rischi che ti ripulisca il Centro, insomma, l’aiuto sincero di chi non riposa mai.

È la storia di Chiara

, giovane studentessa in Scienze dell’Educazione che al Centro fa un po’ di esperienza. È cresciuta nella Parrocchia e sa cosa significa avere un luogo amico che ti accoglie. Si è inserita con timidezza e umiltà, con l’attenzione silenziosa di chi vuole imparare, crescere e dare il suo contributo. In poco tempo si è fatta voler bene da tutto lo staff per la sua generosità e disponibilità.

È la storia di Silvia

, giovanissima anche lei, ma quando la incontri pensi che sia una veterana del Centro Bimbi. Ne conosce ogni angolo, conosce ogni volto, ha la sicurezza di chi sa cosa fa e il sorriso aperto di chi affronta la vita con coraggio e passione. La piccola grande Silvia che non ti dice mai di “no” e con i fatti ti fa sentire che puoi contare su di lei.

È la storia di Giuseppe

, arrivato dalla Puglia per conquistare il nord con la sua musica e la sua arte. Si è fatto contagiare dall’energia del progetto del Centro e si è dato subito disponibile a seguire piccoli e grandi con l’umiltà di chi sa che per arrivare da qualche parte occorrono piccoli semplici passi.

È la storia di Walter

, il nostro boyscout! L’unico che riesce a far muovere i più piccoli nei percorsi motori ed i nonnetti che vengono a sgranchirsi le ossa. Sempre sorridente e riservato, disponibile e accogliente.

È la storia di Lucia

, la cuoca, che dalla Biobottega ci manda su pranzetti e dolci per rendere più liete anche le giornate dure ed

è la storia di Lucia

, l’insegnante, che nonostante sia in pensione continua a chinarsi su libri e quaderni ed ha in tasca la gomma “magica” di chi insegna col cuore, capace di correggere gli errori dai quaderni e a volte anche dalla vita.

È la storia di Federica

, che tiene pulito il Centro affinchè sia sempre accogliente e sicuro;

È la storia di

Sara, Patrizia, Elena, Barbara, Laura, Rosaria, Irene, Ilenia, Monica, Martina, Greta, Alice, Rossella, Nancy, Giorgia, Rosa, Carla
e tutte le donne che in questi anni hanno prestato servizio facendosi piccole tra i piccoli, spalle larghe per le difficoltà, mani aperte per accogliere e sostenere, grande speranza e fiducia in un progetto semplice ma prezioso e voglia di non arrendersi quando la vita ti mette alla prova.

È la storia di

Giuseppe, Marco, Renato, Riccardo e Vincenzo
, mariti e padri che con pazienza e costanza hanno sostenuto le iniziative del Centro, sopportato le nostre paturnie femminili, ascoltato le nostre idee, messo chiodi, spostato armadi, aggiustato tapparelle, sistemato giochi e supportato il nostro Progetto ogni giorno.

E infine è la storia di Emma

, che ognuna di queste persone le ha scelte, come volti per dare un volto a questo Centro. Un volto che parli di accoglienza, di dialogo, di fatica, di impegno, di fede, di cadute e di voglia di rialzarsi. Da dietro una scrivania ti accoglie col suo stare sempre un po’ sulle sue, immersa tra la contabilità, i progetti, i problemi, gli incontri, le responsabilità e le attività dei bambini, eppure è lì e non ti dice mai che non ha tempo di ascoltare, di incontrare, di condividere un caffè o di valutare un’idea. Si appunta le cose importanti sulle mani come i bambini, perché non vuole dimenticare niente e nessuno e la sera è l’ultima a spegnere la luce, dopo essersi assicurata che tutto sia in ordine, che tutti siano stati ospitati e abbiano trovato spazio, che anche l’ultimo volto sia stato incontrato, l’ultimo bambino salutato, l’ultimo genitore ascoltato, il nuovo visitatore accolto e che tutto sia stato fatto con l’amorevolezza e la semplicità di chi si fa prossimo nella vita, nel lavoro e nel servizio. Solo allora la giornata è finita e la porta si chiude.

Continuate a sostenere il nostro appello

ad essere considerati come realtà territoriale e comunitaria, ad aprire il dialogo ed a cercare un punto d’incontro, affinchè il Centro Bimbi e Famiglie non venga chiuso definitivamente.

 

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